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Roberto Cifarelli
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Roberto Cifarelli

Nei luoghi in cui in Italia si suona jazz, la figura di Roberto Cifarelli è ormai da anni  parte  integrante della scenografia. Divorato da una passione inesauribile, con la sua presenza comunica a tutti gioia, serenità, entusiasmo e per questo motivo le sue rare assenze si notano, perché ormai siamo tutti abituati a vederlo con l’immancabile macchina fotografica mentre coglie gli attimi della tensione creativa, le emozioni che la musica gli comunica. Cifarelli, classe 1964, ha compiuto tutto il percorso che separa gli scatti del dilettante di gusto da quelli del professionista,  e lo ha fatto senza perdere un’oncia di quella passione per la musica, di quel rispetto per i musicisti che si avverte in tutte le sue fotografie,  anche in quelle degli anni di apprendistato.  Anni che hanno avuto termine nel 2002, quando nel libro Emozioni, scritti, immagini del jazz italiano, originale nella sua impaginazione che univa le foto a brevi note dei musicisti ritratti, ci consegnava il primo, compiuto atto d’amore verso i protagonisti di quel mondo di suoni che ama sopra tutti gli altri. Da allora, Roberto Cifarelli è diventato un professionista della fotografia dello spettacolo, ma non ha perso la tensione che anima il dilettante,  inteso però come colui che in maniera competente si “diletta” (al più alto livello) con un fenomeno artistico e spirituale.  Così, il suo mondo di immagini ha trovato sempre più spazio nelle riviste specializzate, Musica Jazz in testa, nelle copertine di libri o degli album  pubblicati da grandi etichette, come la Blue Note e la ECM,  o da intraprendenti Indies quali Splasch, Map, Abeat, Alfa Music, Cam Jazz, Via Veneto. Ed anche nelle innumerevoli  rassegne che lo hanno invitato ad esporre: da Piacenza a Gallarate, da Iseo alla Brianza, da Vicenza a Udine, Vignola, Ivrea ed anche Colonia, in Germania.  Uomo vitale e dinamico,  è tra i fondatori della prima agenzia fotografica dedicata allo spettacolo (e soprattutto al jazz), presieduta da un fotografo che fa parte della storia del jazz in Italia: Carlo Verri. 

Collabora attivamente con i musicisti sia in progetti multimediali che mettono in rapporto la musica con l’immagine (per esempio con Rita Marcotulli e Massimo Colombo, Massimo,Luca D'Agostino conMassimo Barbiero& Maurizio Brunod), ed ha ideato lo spettacolo Pentafotogramma, nel quale documenta in diretta il “pre” e il “durante” di concerti  di artisti quali Antonello Salis, Enrico Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Beppe Caruso,  Renato Sellani e Max De Aloe.  Questo rapporto stretto, di amicizia e conoscenza, che lo lega ai musicisti è anche il segreto dell’immediatezza delle sue foto, che al di fuori di ogni ricerca formalistica cercano soprattutto di far uscire non tanto il fotografo, quanto il musicista, la sua peculiare gestualità. Forse per questo le sue immagini trasmettono lo stesso calore e la medesima serenità che si provano stando al fianco dell’uomo Roberto Cifarelli.

Maurizio Franco